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“Il futuro di…” è un’espressione che si sente spesso in un periodo in cui aziende e professionisti ripensano a ciò che hanno imparato durante la pandemia e a come queste conoscenze possano servire per le attività future.

E l’istruzione non fa certo eccezione. L’apprendimento virtuale per la scuola è divenuto la normalità durante la pandemia, in un momento in cui dirigenti, docenti, studenti, genitori e altri hanno iniziato a valutare il futuro dell’apprendimento online. Come è configurato l’apprendimento virtuale per la scuola nel 2021? E come si trasformerà per l’inizio della scuola a settembre?

Anche se i vaccini e una diminuzione dei casi di COVID-19 potrebbero far tornare l’insegnamento in classe e di persona per l’anno scolastico 2021-2022, è probabile che rimanga una qualche forma di apprendimento virtuale o online. Abbiamo chiesto a docenti, dirigenti ed esperti di istruzione la loro opinione su questa problematica e su cosa ci riserva il futuro dell’apprendimento virtuale per la scuola.

Buone prassi per l’apprendimento virtuale per la scuola

Margaret Choi è un’insegnante di CodeWizardsHQ che da più di cinque anni, cioè da molto prima della pandemia, propone corsi esclusivamente online rivolti a studenti dagli 8 ai 18 anni. “L’apprendimento virtuale è ancora in crisi”, dice Choi. Non è un cambiamento facile per nessuno, spiega, perché insegnare di persona e online sono cose diverse. “Allo stesso modo in cui i negozianti hanno dovuto ripensare a come attirare i clienti, gli insegnanti devono rivalutare le loro strategie nel momento in cui interagiscono con i propri studenti in un ambiente digitale.” In preparazione per l’inizio della scuola a settembre e oltre, Choi consiglia di: 

  • Riconfigurare la dimensione delle classi
  • Ridefinire il curriculum
  • Rivalutare lo sviluppo professionale
  • Ricostruire gli strumenti di apprendimento online
  • Ricorrere all’insegnamento oltre la scuola (BCL)

Lee Wilson è un consulente ed esperto dell’industria dell’insegnamento tecnologico per VEDAMO, una piattaforma per la scuola online.Ormai, dice Wilson, le scuole sanno di poter fare il salto dall’aula tradizionale a quella digitale con successo. “I dipendenti delle scuole di tutti i livelli hanno acquisito le conoscenze tecniche e l’esperienza per continuare a insegnare da remoto, quando serve, e la maggior parte degli studenti dispone degli strumenti per collegarsi da remoto.” In un periodo in cui le scuole si lasciano alle spalle la modalità di crisi degli ultimi anni, iniziano a crearsi approcci più maturi all’apprendimento virtuale, basati sulle conoscenze acquisite durante la pandemia.

In vista dell’inizio della scuola a settembre, i docenti intendono sfruttare ciò che hanno imparato nel corso dei quadrimestri passati, per applicare le buone prassi nelle aule fisiche e in quelle virtuali. Non si chiedono più: “che cos’è l’apprendimento virtuale?” La scuola virtuale è diventata la normalità e gli esperti ritengono che dovrebbe continuare a essere presente nel 2022 e oltre.

Il futuro dell’apprendimento e dello sviluppo virtuale per la scuola

Qual è la conclusione più importante degli esperti dell’istruzione? La “nuova normalità” è tutt’altro che normale.

“Il team di VEDAMO parla ogni giorno con responsabili e dirigenti dei distretti di scuole primarie e secondarie. In molti ci dicono che vari distretti scolastici dovranno offrire l’insegnamento virtuale a diversi studenti per il 2021 e oltre, dice Wilson. Si tratta di “un cambiamento radicale rispetto al panorama di prima del COVID, quando l’apprendimento virtuale non era una pratica accettata universalmente”.

Eric Kim, comproprietario e direttore del programma LA Tutors, una società di insegnamento privato internazionale, dice che anche se molte famiglie non vedono l’ora di tornare in aula, rimarrà sicuramente qualche variante di apprendimento virtuale.

James Bacon, direttore dei rapporti con i clienti e della logistica di Edficiency, un servizio di software per la pianificazione automatica delle lezioni, ha esperienza come insegnante, amministratore distrettuale, consulente scolastico e formatore per distretti di ogni dimensione: da appena 500 studenti (scuole Tensas Parish) a quasi 150.000 (scuole Charlotte Mecklenberg), oltre ad altri di dimensioni intermedie. Anche lui concorda sul fatto che l’apprendimento e le aule virtuali, in qualche modo, continueranno a esistere.

“Anche se la maggior parte delle scuole conta di riprendere l’insegnamento in aula a settembre, credo che molti distretti continueranno a offrire delle opzioni virtuali, perché ci sono famiglie che apprezzano la flessibilità e preferiscono imparare al proprio ritmo”, dice Bacon. “Per evitare di perdere studenti (e i relativi fondi), i distretti più grandi con molte scuole per ogni livello di insegnamento, potrebbero offrire opzioni virtuali per sfruttare l’economia di scala tramite un programma con insegnanti, piattaforme e sistemi centralizzati. Speriamo che gli insegnanti di questi distretti non debbano sostenere un mix di studenti in aula e virtuali.” Ha già visto emergere dei modelli interessanti di apprendimento virtuale. Ad esempio:

Alcune scuole nella zona di Salt Lake City hanno istituito i “venerdì flessibili”, in cui gli studenti non sono obbligati ad andare a scuola di persona, a meno che non glielo chieda un insegnante o che non desiderino farlo loro. Possono persino presentarsi per qualche lezione e poi tornare a studiare virtualmente da casa per il resto della giornata.

Un’altra scuola in Georgia è in trattative con Class per creare un’esperienza in cui ogni venerdì gli studenti possano scegliere lo stile di apprendimento preferito all’interno dell’indirizzo STEM, con un terzo presente in aula e gli altri due terzi collegati virtualmente da casa.

“Credo che questi modelli diventeranno sempre più in voga, perché alcune scuole cominciano a vedere i risultati e mostrano alle altre come integrare in maniera creativa le opzioni parzialmente digitali nell’orario normale”, dice Bacon.

Sfruttare i benefici delle aule per l’apprendimento virtuale a scuola

Di recente EdWeek ha distribuito un questionario ai dirigenti delle scuole e agli esperti di insegnamento per capire meglio quale potrebbe essere il volto dell’apprendimento virtuale in futuro. Anche se le cose sono in movimento continuo, sono emersi alcuni temi comuni. Ad esempio: “quasi il 70% dei distretti vuole offrire una gamma molto più vasta di opzioni da remoto l’anno prossimo.”EdTech segnala che un “sondaggio RAND dei dirigenti dei distretti nell’autunno del 2020 ha confermato che una scuola su cinque ha già adottato o sta per adottare l’insegnamento virtuale dopo la fine della pandemia”. 

Anche i governi locali si stanno cimentando. In Nevada, ad esempio, “una proposta di legge promossa dalla Blue Ribbon Commission for a Globally Prepared Nevada potrebbe obbligare tutti i distretti a offrire l’insegnamento virtuale assicurandosi che gli studenti abbiano accesso alla tecnologia”, secondo il Las Vegas Sun.

In conclusione, è probabile che rimanga una qualche forma di apprendimento virtuale a tutti i livelli dell’insegnamento anche dopo la “fine” della pandemia.

“Studenti e insegnanti hanno capito che l’apprendimento virtuale offre benefici notevoli, soprattutto nel settore privato, e molte famiglie e studenti ora preferiscono questa modalità”, dice Kim. La cosa più importante, spiega, è che famiglie e scuole hanno cominciato ad apprezzare la comodità dell’apprendimento da remoto e i molti vantaggi che offre.